Da paziente ad attivista della Fondazione Veronesi: la storia di Gigliola

«Sono una donna di 57 anni, salvata dalla ricerca scientifica. Ecco perché lascerò parte della mia eredità a Fondazione Umberto Veronesi». Le motivazioni che hanno spinto Gigliola Foglia a intestare una polizza vita alla Fondazione sono cristalline, granitiche. Le porta scritte sulla propria pelle.

 

La scoperta del lascito solidale

«Quattro anni fa mi è stato diagnosticato un carcinoma mammario e ho intrapreso un percorso di cura e terapie per guarire. Col passare del tempo poi mi sono sempre documentata sull’importanza della ricerca scientifica per l’avanzamento e il miglioramento delle cure per combattere i tumori».

Qualche tempo dopo, leggendo un giornale, Gigliola ha scoperto che avrebbe potuto destinare a Fondazione Umberto Veronesi delle somme di denaro, quadri, gioielli, appartamenti, ma anche una polizza assicurativa, per sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza.

«Avevo da parte qualcosina», racconta. «Ossia l’eredità dei miei genitori, più il capitale della mia pensione integrativa. Non avendo eredi diretti, poiché non ho avuto figli, mi sono detta: “Ma sì, dai, posso farlo anche io. Perché no?”. Le procedure sono state estremamente semplici».

 

Un testamento alla Fondazione Veronesi per continuare ad aiutare

«Intestare a Fondazione Umberto Veronesi la mia polizza è stata una scelta dettata dal desiderio di dare il mio concreto contributo per essere al loro fianco, per continuare fattivamente a sostenere la ricerca scientifica e poter, in questo modo, aiutare altre persone malate. Sono assolutamente sicura che ogni somma, anche piccola andrà a buon fine. Ma è stato anche un modo per contrastare l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte, dimenticando i più bisognosi».

Gigliola ha fatto dell’impegno civile e sociale un mantra della propria esistenza. Terminata la convalescenza, è diventata anche una volontaria di Fondazione: «Sono responsabile di un banchetto per l’evento nazionale, nato per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sui tumori che colpiscono i bambini e gli adolescenti, che si tiene ogni anno ad aprile. E sono una sostenitrice mensile anche di altre associazioni che si dedicano alla salute degli individui e a quella degli animali. È un impegno che ho preso tempo fa e che vorrei che continuasse anche quando non ci sarò più».

Anche la pandemia ha rafforzato le sue convinzioni: «Questo periodo molto difficile», conclude Gigliola, «ha reso ancora più evidente che, per reagire all’indifferenza, l’unico anticorpo efficace è davvero la solidarietà che travalica i limiti del tempo, dello spazio, del corpo».

DONATRICI, VOLONTARIE, OPERATRICI: LA SOLIDARIETÀ È UN MONDO AL FEMMINILE

DONATRICI, VOLONTARIE, OPERATRICI: LA SOLIDARIETÀ È UN MONDO AL FEMMINILE
IL COMITATO TESTAMENTO SOLIDALE: “DONNE PIÙ INCLINI ALLA GENEROSITÀ
ANCHE NEL MOMENTO DELLE ULTIME VOLONTÀ”

Il lascito solidale è uno strumento sempre più noto e prescelto dagli italiani e, soprattutto, dalle italiane. Un’indagine condotta dal Comitato Testamento Solidale, infatti, certifica che le donne sono più inclini al lascito solidale: un dato che si aggiunge ad una generale maggiore propensione verso il mondo del non profit, sia dal punto di vista dell’inclinazione alla donazione, sia rispetto al coinvolgimento attivo come «addetti ai lavori» del Terzo Settore.

Secondo quanto riportato nell’edizione 2023 di “Noi doniamo”, report realizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, l’identikit del donatore italiano fa emergere una maggiore predisposizione delle donne al dono: il 52% degli individui che donano sono donne, 4 punti percentuali in più dei soggetti di genere maschile, che si attestano sul 48%. Ma non si tratta semplicemente di una generica maggior inclinazione: se si guarda agli specifici strumenti di donazione, come ad esempio il lascito solidale, ad essere maggiormente propense sono sempre le donne. Lo certifica un’indagine recentemente promossa dal Comitato Testamento Solidale tra le 28 organizzazioni aderenti: per il 69,2% delle onp a donare un lascito testamentario sono donne, mentre per il 31% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne. In generale, i dati della partecipazione femminile al mondo del Terzo settore sono molto alti: oltre il 75% di chi opera nel Terzo Settore è donna ed è in maggioranza femminile l’utenza dedita agli acquisti solidali.

È innegabile il contributo e la spinta significativa che le donne danno alla missione degli enti non profit, sia perché costituiscono la maggioranza degli «addetti ai lavori» nella raccolta fondi e nella comunicazione del Terzo Settore, sia perché, ci confermano i dati della nostra ultima survey, un numero sempre maggiore di donne sceglie di intraprendere la strada della generosità post mortem.” dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro.

La storia antica e recente è costellata di donne che, attraverso gesti di generosità, hanno cambiato in meglio e concretamente la vita di altre persone. Ci sono casi celebri del passato, come quello di Lina Cavalieri, cantante lirica del primo Novecento, che nominò nel suo testamento il figlio Alessandro come erede universale, “col solo incarico di versare alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma Lire centomila per la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma”. Più nota ancora è la scelta di Melinda Gates, che, insieme al suo ex marito Bill Gates, ha destinato gran parte del proprio patrimonio alle cause benefiche attraverso la loro Bill & Melinda Gates Foundation. È poi recentemente balzata agli onori della cronaca la vicenda che vede coinvolta la trentunenne austriaca Marlene Engelhorn, discendente di Friedrich Engelhorn, fondatore della BASF, una delle più grandi aziende chimiche al mondo e diventata multimilionaria con l’eredità ricevuta alla morte della nonna. Marlene, da sempre impegnata su temi di equità sociale, ha scelto di istituire un comitato democratico per decidere come redistribuire parte della fortuna ereditata, perché andasse a beneficio della comunità.

Tuttavia, la scelta di lasciare tutti o parte dei propri beni in favore di cause benefiche non è appannaggio soltanto di personalità celebri o particolarmente abbienti, ma è sempre più diffusa anche tra i comuni cittadini, non necessariamente detentori di grandi patrimoni: “Ovviamente casi straordinari come quelli di Marlene Engelhorn o Melinda Gates diventano oggetto di interesse da parte dei mezzi di comunicazione, e sono da esempio per tutti. Ma non dobbiamo dimenticarci che chiunque ha la possibilità di fare un lascito in favore di uno o più enti non profit. Quello che con il Comitato Testamento Solidale raccontiamo e spieghiamo ormai da dieci anni è proprio questo: un lascito solidale è un gesto alla portata di tutti e non occorrono patrimoni importanti o una posizione sociale di privilegio per decidere di lasciare una piccola eredità in favore di una causa benefica” conclude Bartoli.

Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 28 organizzazioni non profit: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, COOPI – Cooperazione Internazionale, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Università Campus Bio-Medico, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS.

Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.

Amref Health Africa: il contributo di Andrea

Fondata nel 1957 in Kenia, Amref Health Africa è la più grande organizzazione sanitaria africana che opera nel continente. Promuove progetti di salute nelle aree più isolate affinché ogni persona si veda riconosciuta la possibilità di vivere dignitosamente e dar forma al proprio futuro. Fare un lascito solidale ad Amref vuol dire dare la possibilità a chi ne ha più bisogno di essere sano e libero di costruirsi una propria vita.

 

Un piccolo gesto per Andrea, un grande passo per Amref

Lo sa bene Andrea che con Amref Health Africa ha un rapporto ormai consolidato. «Sono un papà e un nonno di 85 anni. Ho figli e nipoti ai quali spero di lasciare in eredità soprattutto i miei valori, insieme al frutto del mio lavoro. Una parte dei miei risparmi però andrà ad Amref. Credo che non sarà una privazione per la mia famiglia e sono certo che quello che donerò si trasformerà in qualcosa di grande».

Per quarant’anni, Andrea è stato un pediatra volontario in Africa: ha trascorso lunghi periodi in Kenya e Somalia, ma è soprattutto in Burundi che ha lasciato il cuore. Ha spesso trascorso lì le sue ferie, nei progetti del Comitato Collaborazione Medica, realtà che nel 2020 si è fusa con Amref per accrescere l’impatto dei suoi interventi.

«Mia moglie Paola mi ha sempre accompagnato e non ha mai voluto fare “la moglie di”. Benché geologa, ha seguito un corso alla Croce Rossa e si è dedicata alla cura dei bambini, affiancando e formando gli operatori
sanitari locali insieme a me. In tanti anni di lavoro abbiamo dato vita a un centro trasfusionale e avviato un ambulatorio per i bambini malnutriti». L’impegno proseguiva anche in Italia, dove Andrea e Paola dopo aver coinvolto un gruppo di amici hanno iniziato ad andare nelle scuole per parlare di Africa e a organizzare banchetti per la vendita solidale di torte e prodotti di artigianato. «Ci siamo sempre impegnati in prima persona con coscienza civile. Lo abbiamo fatto per tutta la vita».

 

Anni di attivismo che hanno lasciato un’impronta

Tanti anni di partecipazione alle attività di Amref Health Africa si sono tradotti anche nella volontà di sottoscrivere un lascito testamentario. «Ho sempre pensato che fosse un dovere fare la mia parte per migliorare la vita delle persone più vulnerabili, che non hanno la possibilità di accedere ai servizi di salute. Credo molto nella formazione del personale sanitario locale e con il mio lascito vorrei continuare a contribuire affinché siano gli africani, ogni giorno, a prendersi cura dell’Africa».

Con Amref i protagonisti del cambiamento sono i beneficiari stessi degli interventi. Il lascito di Andrea si trasformerà in cure e assistenza, educazione, accesso all’acqua e formazione.
«Anche oltre la mia vita, potrò dare il mio contributo per allontanare i bambini da malattie e povertà». Andrea ha vissuto il suo impegno di medico come un servizio ai più fragili e ha condiviso questi valori con la sua famiglia. Anche i suoi figli sono volontari e donatori. «Siamo una famiglia che non ha mai distolto lo sguardo dagli altri. Ne sono molto orgoglioso».

Galleria Fotografica di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale

La generosità cambia il mondo

Assicurare cibo, salute e istruzione a milioni di bambini in tutto il mondo. Proteggere e preservare il pianeta, sempre più investito dall’emergenza climatica. Garantire acqua, vita e una prospettiva di sviluppo ai più poveri e bisognosi, sia nei loro Paesi di residenza sia quando, spinti dalla disperazione, arrivano nei Paesi più ricchi, incluso il nostro.
Sono obiettivi ambiziosi, giganteschi, che a prima vista sembrerebbero al di sopra delle nostre forze. Invece, sono le leve che muovono il lavoro quotidiano di tante Organizzazioni non profit presenti nel Comitato Testamento Solidale. Organizzazioni che fanno dell’impegno a favore degli altri, a cominciare dai più deboli, la propria ragion di essere. Una parola riassume tutto questo: generosità. La generosità non solo, e non tanto, delle donne e degli uomini che operano nelle Organizzazioni non profit. Ma la generosità, soprattutto, dei milioni di persone che, nel nostro Paese, le sostengono con ogni mezzo, tra cui – sempre più importante negli ultimi anni – il lascito solidale.
Il testamento solidale è un gesto semplice, non vincolante, che può essere modificato in ogni momento senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. Un gesto la cui generosità non si misura affatto con “quanto” possiamo o vogliamo lasciare: per sostenere ii lavoro quotidiano di chi si impegna ogni giorno nelle più importanti cause umanitarie, anche un piccolo lascito fa la differenza.

Povertà dei Minori - Foto di Danilo Garcia Di Meo
Povertà dei Minori – Foto di Danilo Garcia Di Meo
Acqua e sviluppo - foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Acqua e sviluppo – Foto di di Danilo Garcia Di Meo
Tutela dell'ambiente - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Tutela dell’ambiente – Foto di Danilo Garcia Di Meo

La forza di guardare oltre noi

Realizzare le proprie potenzialità, in una parola la libertà, è l’aspirazione di tutti gli esseri umani. Anche, e soprattutto, di coloro (tantissimi, in Italia e nel mondo) che per varie ragioni partono o vengono a trovarsi, nel corso della vita, in condizioni di grave svantaggio. Violenze, malattie, disabilità: contro tutto questo, ovunque si trovi, combattono ogni giorno tante Organizzazioni non profit. In nome, appunto, della libertà.
Libertà di professare la fede in cui crediamo, senza dover temere o subire persecuzioni. Libertà di decidere come meglio vivere la nostra vita, nel totale rispetto delle vite e delle decisioni altrui. Libertà di poter contare, in caso di malattia, sul sostegno insieme amorevole e professionale di persone affettuose e competenti. Libertà, anzi possibilità, anche in presenza di gravi disabilità, di integrarsi al meglio nella società. Libertà di sperare in una ricerca scientifica che raggiunga traguardi a lungo ritenuti irraggiungibili e invece, in molti casi, realizzatisi o comunque diventati meno lontani.
C’è, infine, un’altra libertà che il lascito solidale trasmette: non alle persone che beneficiano dell’impegno delle Organizzazioni non profit, ma a chi decide di disporre il lascito solidale per sostenerle. È la libertà di imparare a guardare ciò che è oltre noi, la libertà di pensare al futuro, anche quando non ci saremo più, lasciando una traccia indelebile di ciò che siamo e dei valori nei quali crediamo.

Libertà - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Libertà – Foto di Danilo Garcia Di Meo
Assistenza ai malati - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Assistenza ai malati – Foto di Danilo Garcia Di Meo
Disabilità e caregiver - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Disabilità e caregiver – Foto di Danilo Garcia Di Meo

Soli? No, solidali

Un minore extracomunitario da poco arrivato in Italia si copre il volto forse per pudore, forse per proteggersi dopo aver subìto, durante la traversata ma anche prima, chissà quali e quanti attacchi alla propria vita e al proprio futuro. Accanto, una ragazza quel futuro lo sta costruendo, per sé e per le persone che, un giorno, beneficeranno dei suoi studi e di quelli che migliaia di ricercatrici e ricercatori stanno conducendo nel nostro Paese nel campo della salute e della medicina.
Entrambi i ragazzi appaiono, plasticamente, soli. In realtà, è vero l’esatto contrario: sono stati accolti, accompagnati, sostenuti da una rete di solidarietà che comincia dalla generosità di milioni di italiani – anche attraverso il testamento solidale – e si concretezza nei tanti progetti portati avanti dal mondo del non profit, che continuerà a seguirli nel loro percorso di autorealizzazione.

Un solo dato basta a misurare la rilevanza del problema migratorio dei più giovani: i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia (censiti ufficialmente al 30 giugno 2023 – fonte: Governo italiano) sono quasi 21 mila, per l’esattezza 20.926, in maggioranza maschi (86,6%), hanno perlopiù 17 (44,7%), 16 (24,7%) e 15 anni (12,1%) e arrivano soprattutto da Egitto (5.341 minori), Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137).
Se la solitudine è il male del nostro tempo, la solidarietà è la sua unica cura, per chi la riceve e per chi la fa.

Migrazioni - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Migrazioni – Foto di Danilo Garcia Di Meo
Ricerca - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Ricerca – Foto di Danilo Garcia Di Meo

Con più deboli sempre e ovunque

Negli ultimi dieci anni le condizioni di vita, in Italia e nel mondo, sono cambiate. E non in meglio. Questo pensiamo e sentiamo – ci raccontano gli studi sui comportamenti individuali e collettivi – e questa percezione di peggioramento riguarda tutte le dimensioni della nostra vita: non solo oggi ci sembrano molto più probabili guerre e pandemie, ma appaiono seriamente deteriorate le condizioni economiche, sociali e ambientali del nostro Paese e del pianeta.
Molti reagiscono con pessimismo e rassegnazione, ripiegandosi su un ristretto orizzonte individualistico. Ma non è così per tutti: gli stessi studi ci dicono che in dieci anni è cresciuto decisamente il numero di chi afferma di voler impegnarsi personalmente per una buona causa e per il bene comune. In particolare, in favore delle persone in condizioni di maggior disagio e difficoltà. Inoltre, ben due italiani su tre (63%) riconoscono nelle Organizzazioni non profit e di volontariato il soggetto più di ogni altro impegnato nella costruzione di una società migliore, più equa e sostenibile.
Con il progressivo affermarsi di questo nuovo quadro di valori, scelte quali le donazioni, l’impegno nel volontariato e – ultimo ma non per importanza – il lascito solidale potranno ulteriormente estendersi e trovare un solido fondamento, contribuendo a dare un senso più pieno tanto alla nostra vita quanto a quelle delle persone più deboli e sfortunate.

Tutela dell'infanzia - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Tutela dell’infanzia – Foto di Danilo Garcia Di Meo
Povertà - Foto di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
Povertà – Foto di Danilo Garcia Di Meo

Progetto Arca: un lascito che scalda il cuore

Il Progetto Arca, dal 1994, porta aiuto concreto a persone senza dimora, famiglie in emergenza abitativa, persone con problemi di dipendenza, migranti in fuga da guerre e povertà. Da ormai 30 anni, la Fondazione si prende cura di chi, specie in periodi come questo natalizio, non ha a disposizione un rifugio caldo e la sicurezza dei propri affetti. Ed è incredibile pensare come alcuni affetti siano talmente importanti da non volervi rinunciare, neanche di fronte alla possibilità di un tetto sopra la testa.

 

Un lascito solidale al Progetto Arca, per non lasciare indietro nessuno

È quello che ha colpito maggiormente Mauro Servigi, residente a Fano, nelle Marche. Ed è per questo che, grazie al suo lascito solidale al Progetto Arca, a Baggio nella periferia di Milano, è attiva e funzionante Cascina Vita Nova – Giorgina Venosta. Si tratta di un luogo che accoglie in appartamento le persone senza dimora con i propri animali.

Mauro Servigi aveva a cuore le persone in difficoltà, quando ha letto del progetto ne abbiamo parlato a lungo», racconta l’avvocato Giovanni Solazzi, suo esecutore testamentario. «Era rimasto molto colpito dal fatto che ci fossero persone che rifiutassero di andare in strutture di accoglienza per non abbandonare il proprio animale”, prosegue l’avvocato, «perché, nella sua lunga vita, aveva avuto dei gatti per diversi anni e anche un cane che, quando se ne andò, gli dette un dolore grandissimo.

A conquistarlo è stato il fatto che il progetto della Cascina mettesse insieme due aspetti molto umani: da un lato aiutava le persone in difficoltà, offrendo loro un rifugio, dall’altra, teneva conto dell’importanza di un animale nella vita di chi è solo, senza liquidare questa cosa come un tema di secondo piano rispetto ad altri bisogni”.

 

Una lunga vita che ne arricchisce altre

Mauro Servigi se ne è andato, a metà del 2020, a 94 anni: «Era lucidissimo e anche molto preciso: per tutta la vita ha fatto il geometra», ricorda. “Credo che quando è venuto a sapere del progetto della Cascina sia andato dal notaio vicino a casa. Prima della sua morte, nessuno sapeva chi fossero i destinatari dei suoi lasciti. Per la grande fiducia che c’era tra noi, mi ha nominato suo esecutore. Il nostro era un rapporto che andava oltre quello professionale”, confida.

Che quel progetto legato all’accoglienza di homeless e animali di cui avevano a lungo parlato avesse tanto colpito l’anziano amico da inserirlo nel suo testamento, anche Solazzi lo ha scoperto soltanto dopo: “Ma i segnali c’erano Mauro aveva voluto sapere tutto, aveva cercato informazioni e materiali. È un progetto che gli aveva aperto il cuore. Vivo anch’io con alcuni animali, ci intendevamo benissimo”.

Fondazione Progetto Arca non è stata l’unica destinataria dei beni: “Era una persona generosa e attenta al sociale, si è ricordato anche di altre realtà ma ha voluto sostenere in maniera consistente Progetto Arca proprio per contribuire a una rapida ristrutturazione della Cascina. Da parte mia ho dato esecuzione alle sue volontà nei più brevi tempi possibili e, da parte di Progetto Arca, ho ricevuto una grande collaborazione”.

Persone come Mauro ci ricordano che il testamento solidale ha un vero impatto sulla vita di molti. La stessa persona che in questo momento patisce il freddo e magari rifiuta una sistemazione più sicura per non rinunciare al suo animale domani potrebbe passare un Natale al caldo grazie ad un piccolo gesto. Fai la tua parte!

Il lascito: un sogno che prosegue nonostante tutto. La storia di Telethon

Telethon nasce da una promessa, quella che Omero Toso, vicepresidente della Fondazione, fece al suo bambino. «Un lascito è la promessa di un sogno che prosegue nonostante tutto. Come quella che feci a mio figlio Davide, più di trent’anni fa».
Davide era affetto da distrofia muscolare di Duchenne e all’epoca non c’era una terapia che potesse guarirlo, «non c’era nemmeno la speranza di poterla sviluppare». Oggi la ricerca ha fatto passi da gigante e, anche se una cura non è stata ancora trovata, il gene responsabile della distrofia di Duchenne è stato individuato. I bambini colpiti possono ricevere la diagnosi in tempi più brevi. Molti di loro sono diventati adulti, grazie a terapie innovative che li aiutano a raggiungere tappe della vita che erano inimmaginabili.
«Quella promessa, posso dirlo oggi con orgoglio e con infinito amore, è stata mantenuta». Guardandosi indietro, ripensando a quanti risultati sono stati raggiunti, non solo per chi affronta la distrofia di Duchenne, ma anche per quelle tantissime persone a cui viene diagnosticata una malattia genetica rara, Toso sospira: «Davide non c’è più, ma il sogno continua perché la ricerca mantiene viva la promessa fatta a lui e a tutti i ragazzi come lui».

Un lascito alla Fondazione Telethon per finanziare la ricerca in maniera continuativa

I sogni sono così: sopravvivono a tutto, anche quando non ci siamo più. Superano le barriere imposte dal tempo e dal corpo, travalicano confini geografici. E a volte anche mentali. «Per molti è strano pensare a come sarà il futuro quando non ci saremo più. Io, invece, credo che sia importante rifletterci, perché è ora che possiamo fare qualcosa che renderà il mondo un posto migliore». Questo, aggiunge Toso, «è il senso di un lascito testamentario a Fondazione Telethon: fare in modo che quello in cui crediamo continui a realizzarsi nonostante la nostra scomparsa. Per me un lascito rappresenta un sogno spostato nel futuro e poi realizzato».
Nel caso di Fondazione Telethon il sogno è quello di finanziare la ricerca in maniera continuativa, nutrire quel sogno ci ha permesso di trovare nuovi approcci terapeutici che stanno salvando bambini rari di tutto il mondo. «Un lascito testamentario, in più, ha una caratteristica che lo rende speciale: non è qualcosa che si esaurisce quando termina la disponibilità finanziaria ricevuta. È una promessa morale che vive in eterno e che indica: “Questo per me è importante. Per favore, portate avanti i miei desideri. Continuate a cercare”». Per questo motivo, conclude Toso, «non importa se si lascia molto o poco. Sono tante gocce a rendere infinito il mare».

Lascito per l’Associazione Luca Coscioni: la generosità diventa diritto

Da sempre l’Associazione Luca Coscioni mette al centro delle sue iniziative di sensibilizzazione culturale e politica i diritti umani e le libertà personali. «Sono queste le nostre priorità, in particolare pensando alle persone con disabilità. Accanto a questi ci sono temi come l’abbattimento delle barriere architettoniche, le scelte sul fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio a livello mondiale delle leggi e delle politiche in materia di auto-determinazione»: Rocco Berardo, responsabile della raccolta fondi e lasciti solidali, sintetizza così la mission dell’Associazione.
È una missione sociale che si regge su finanziamenti, donazioni e lasciti, «ma la nostra azione ha a sua volta un lascito “immateriale” perché ha a che fare i diritti di tutti i cittadini e le cittadine, non solo delle persone con disabilità», chiosa Berardo.

Continuare a combattere con un lascito all’Associazione Luca Coscioni

Diritti che si incarnano e che cambiano le vite concrete delle persone grazie a modifiche legislative e a una coscienza civile più libera. «Per questi motivi, due persone straordinarie come Lucia e Maria Pia ci hanno lasciato una parte dei loro beni: attraverso l’Associazione Luca Coscioni volevano veder realizzati gli obiettivi e gli ideali che condividevano con noi e per cui si sono battute, in vita».
La signora Lucia con il suo lascito ha voluto garantire all’Associazione la possibilità di avere — in un momento abbastanza critico da punto di vista logistico ed economico — la sicurezza di una sede di proprietà. «Posso fare poco, ma quel poco servirà ad assicurarvi, per i prossimi anni, una sede stabile e adeguata per i “nostri” obiettivi», ha prima detto e poi scritto nel lascito.
«Maria Pia invece», prosegue Berardo, «ha conosciuto l’Associazione per la sua vicenda personale, legata alla difficoltà di avere assicurata la piena libertà di scelta nel momento del “fine vita”. Con il suo lascito ha voluto contribuire a organizzare una grande campagna per mettere in rete i volontari, in modo da raggiungere avanzamenti significativi nel campo dei diritti delle persone e nuove conquiste di libertà.
«Dai lasciti di Lucia e Maria Pia le nostre ultime campagne hanno ricevuto una grandissima spinta», racconta Berardo. «Sposare la causa morale, sociale e civica dell’Associazione Luca Coscioni con un lascito solidale ci permette di sostenere i nostri ideali e di lavorare per rendere concreta quella libertà di scelta che molte delle persone che fanno testamento per noi non hanno potuto compiere. Attraverso il loro lascito, però, questo può essere possibile per qualcun altro».

Come è cambiato il mondo negli ultimi 10 anni

Per il 43% degli italiani oggi il mondo si trova in una condizione peggiore rispetto a 10 anni fa, solo il 10% ritiene che sia migliore. Il restante 47% ritiene che sia migliorata per alcuni aspetti e peggiorata per altri.

In cima alle preoccupazioni troviamo il cambiamento climatico (86%), seguito da guerre (84%) e pandemie globali (83%). Gli italiani sono preoccupati anche dall’esaurirsi delle risorse naturali (78%) e dalla crescita delle diseguaglianze tra paesi ricchi e poveri (76%). Fa la sua comparsa anche il tema delle tecnologie: il 68% teme l’impatto della rivoluzione digitale nella vita quotidiana e il 57% la sempre più rapida innovazione tecnologica dei mezzi e degli strumenti.

Guardando all’ultimo decennio, tra gli eventi che hanno segnato questa epoca gli italiani mettono al primo posto la pandemia (94%) seguita dalla guerra in Ucraina (93%). Seguono gli attentati terroristici in Francia, Spagna e Inghilterra (78%) e, a sorpresa, la nascita di Chat GPT (77%). Vi è poi la politica internazionale: l’elezione di Trump (65%), la Brexit (64%) e l’avvento di Papa Francesco (63%). Ultimo ma ben presente, la nascita del movimento dei Friday for Future (55%).

 

Come è cambiata l’Italia negli ultimi 10 anni

Guardando al nostro paese, il 47% ritiene che nell’ultimo decennio sia peggiorato; 1 su 10 ritiene che sia invece migliorato e il 43% pensa che sia migliore per alcuni aspetti e peggiore per altri.

Migliore o peggiore, ma per quali aspetti? Tra gli ambiti che sono cresciuti in meglio, per gli italiani al primo posto si trova la ricerca medico-scientifica (35%) seguita dalla qualità della comunicazione (33%), tutela dell’ambiente (17%) e rispetto dei diritti civili (11%). Peggiorati invece, nella percezione della gente, il costo della vita (88%), le prospettive dei giovani (73%), il lavoro e l’occupazione (66%) e la sanità (61%). Secondo gli italiani, in Italia oggi c’è meno benessere economico (72%) ma anche meno fiducia nel prossimo (66%) ed equità sociale (62%).
Nel complesso, oggi gli italiani vedono intorno a sé una società più preoccupata del futuro (77%) ma anche attenta alla propria salute (48%) e all’ambiente (45%), meno soddisfatta della vita (67%), meno attenta agli altri (48%) e tollerante (46%).

Passando dalla società all’individuo, la situazione è abbastanza speculare: oggi il 70% degli italiani si sente personalmente più preoccupato del futuro rispetto a 10 anni fa, più attento all’ambiente (58%) e alla salute (56%). Il 42% si dichiara più disponibile di 10 anni fa a impegnarsi in prima persona per aiutare chi è in difficoltà (42%) e per una buona causa (40%).

 

L’impegno per una società migliore

Gli italiani promuovono inequivocabilmente il Terzo Settore: sono le organizzazioni Non profit, per il 63%, ad aver fatto di più per rendere migliore la nostra società. Seguono le PMI (47%), i cittadini come corpo civico (43%), l’Europa (37%) e poi Chiesa, Amministrazioni locali e mass media, tutti appaiati al 33%.

Cosa serve per rendere migliore la società? Per l’88% degli italiani serve il rispetto delle leggi e delle regole, seguito dall’impegno nel far bene il proprio lavoro (84%) e dall’impegno ambientale (82%), sociale (80%) e culturale (78%) intesi come forme di volontariato. Spunta qui anche il tema della donazione: serve dare sostegno a una buona causa tramite il lascito solidale (69%) o una generica donazione in denaro (66%). L’impegno politico si attesta al 56%, come forma di impegno per migliorare la società.

 

Gli italiani e le donazioni

Quasi 3 italiani su 10 (28%) ha fatto una donazione a una ONP tra gennaio e maggio del 2023, con una flessione di 10 punti rispetto al 2022 (quando probabilmente avevano inciso gli appelli di emergenza per la guerra in Ucraina) ma in linea con i dati 2020/2021. La donazione media rimane piuttosto alta (106 euro vs 118 nel 2022 e 90 nel 2021).

Tra le cause sostenute, crescono ancora la ricerca medico-scientifica (50% vs 45 del 2022 e 37 del 2021) e le emergenze umanitarie (35% vs 28 del 2022 e 15 del 2021). Nella scelta della causa/organizzazione, prevale il criterio della fiducia (53%) seguita dalla tipologia dei progetti (40%), dall’affinità della causa con la propria sensibilità (30%) e dalle garanzie sulla gestione del denaro (28%). Un interessante 17% sceglie l’organizzazione a cui donare per “tradizione familiare”, cioè in continuità con quanto fatto dai familiari più stretti.

 

Gli italiani 50+ e il testamento solidale

Rispetto allo scorso anno, sale di poco il numero di quanti hanno già fatto testamento o sono intenzionati a farlo (19% della popolazione 50+ vs 17 del 2022), cala il numero degli incerti (9% vs 12 del 2022) e sostanzialmente stabile e maggioritaria la percentuale di chi è decisamente contrario (72% vs 71 nel 2022).

Rispetto ai lasciti testamentari in favore di organizzazioni Non profit, continua ad aumentare la conoscenza: nel 2023 sa cosa siano e ne ha sentito parlare l’82% degli over 50 (vs 79% nel 2022 e 73% nel 2021). La famiglia grande protagonista della scelta: 7 italiani su 10 coinvolgerebbero i parenti più stretti nella scelta (erano il 64% nel 2022) e solo il 16% dichiara che prenderebbe questa decisione da solo. Permane però qualche pregiudizio: si ritiene che potrebbe decidere di fare un lascito chi non ha eredi diretti (51% vs 48 nel 2022) e chi ha grandi patrimoni (43%, dato stabile). Solo il 18% degli over 50 (meno di 1 su 5) pensa che il lascito solidale possa essere fatto da chiunque.

In concreto, 5.5 milioni di italiani, ovvero il 21% del campione, hanno già previsto un lascito solidale nel testamento o sono orientati a farlo, mentre aumentano gli indecisi (35% vs 27 nel 2022) e restano stabili quelli sfavorevoli (45%). Più che l’egoismo, a trattenere la generosità degli italiani è l’incertezza del futuro: il 32% teme di sottrarre risorse al futuro degli eredi e il 28% è preoccupato per la precarietà lavorativa di figli e nipoti. Ma emerge anche qui il tema della fiducia: il 36% non si fida di come sarà gestito il denaro (erano il 29% nel 2022) e il 28% non accetta di non vedere come sarà impiegato il lascito, concretamente (erano il 15% nel 2022).

Il 46% destinerebbe il suo lascito a un’unica organizzazione, con una maggiore propensione a sostenere una causa in Italia (49%), soprattutto nell’ambito della ricerca medico-scientifica (54%), dell’assistenza ai malati (35%) e alle persone povere in Italia (29%) o all’estero (27%). Seguono le emergenze umanitarie (23%), supporto alla disabilità (22%), protezione degli animali (20%) e dell’ambiente (18%).

Promosse le campagne informative e di sensibilizzazione: il 72% degli intervistati considera positive le comunicazioni viste sul tema, che migliorano la conoscenza e l’immagine del lascito solidale (69%) e aumentano la propensione a farlo (65%).

 


Indagine realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale
Rilevazione dati: 22-31 maggio 2023
Campione: 1.006 interviste
Universo:
1a parte: individui di 25+ anni (~46,5 milioni – fonte: Istat)
2a parte (testamento e lasciti): individui di 50+ anni (~26,3 milioni corrispondenti al 43,4% della popolazione – fonte: Istat)